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    Le protesi Motiva Implants® sono dispositivi in fase di sperimentazione attualmente non ancora approvati per la distribuzione commerciale negli Stati Uniti. Le protesi Motiva Implants® hanno il marchio CE, questo significa che rispettano gli standard di salute, sicurezza e protezione ambientale per i prodotti venduti nella Comunità Economica Europea (EEA). Attualmente I prodotti Motiva® sono approvati per la distribuzione commerciale in più di 80 paesi a livello globale.

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  • Usa la nostra FUNZIONE TROVA UN CHIRURGO per trovare una clinica o un chirurgo plastico nella tua zona con le credenziali e la formazione adeguada per utilizzare i prodotti Motiva®.
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  • Qid® è il primo microtransponder al mondo per uso clinico utilizzato nelle protesi mammarie. È l’unico transponder con marchio CE (che indica il rispetto degli standard di salute, sicurezza e protezione ambientale per i prodotti venduti nella Comunità Economica Europea), e la Food & Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ne ha autorizzato l’uso nel 2004. Il Qid® è posizionato nel gel di riempimento del impianti Motiva®.

    Un lettore portatile esterno viene utilizzato per scansionare esternamente il transponder, fornendo un numero di serie elettronico (ESN) che può essere utilizzato per recuperare importanti informazioni sulla protesi come la data di produzione, tipo di protesi, volume e altro. Il Qid® è una caratteristica facoltativa del'impianti Motiva®, è particolarmente utile a pazienti e chirurghi per identificare il tipo di protesi dopo l’intervento chirurgico e per verificare le informazioni relative alla protesi in caso di richiamo del prodotto. Le informazioni del prodotto o la garanzia su carta potrebbero essere perse o mal riposte. Con il suo numero ESN unico situato permanentemente all’interno della protesi mammaria, il Qid® garantisce la sicurezza della tracciabilità e della verifica immediata delle protesi.

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  • L’American Academy of Pediatrics ha dichiarato che non c’è ragione per cui una donna con protesi mammarie dovrebbe astenersi dall’allattamento. Comunque, una procedura chirurgica di impianto di protesi mammaria potrebbe interferire con la capacità di allattare in modo ottimale, riducendo o eliminando la produzione di latte. La maggior parte delle donne con protesi mammarie che tentano l’allattamento, allattano con successo i loro bambini. Non è noto se ci siano maggiori rischi per una donna con protesi mammarie o se i bambini di donne con protesi mammarie abbiano maggiori probabilità di avere problemi di salute. È necessario informare il chirurgo prima della procedura se si desidera avere la possibilità di allattare in seguito, dal momento che un approccio chirurgico che tiene conto di questa possibilità potrebbe ridurre le possibilità di allattamento.

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  • dispositivo è condizionale alla risonanza magnetica, questo significa che ha dimostrato di non rappresentare alcun pericolo noto in un determinato ambiente di RM con condizioni di utilizzo specifiche.

    Il Qid® crea un vuoto nell’immagine durante la risonanza magnetica della protesi mammaria (noto come effetto artefatto) che può bloccare la visualizzazione di una piccola area di tessuto mammario attorno a esso. In casi selezionati, possono essere utilizzate diverse tecniche di imaging come ecografia, tomosintesi, mammografia digitale a compressione, mammografia sottrattiva con mezzo di contrasto e/o scintimammografia per visualizzare meglio la regione interessata dal Qid®.

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